La bora è un aspetto della circolazione a mesoscala della bassa atmosfera, correlata ad un gradiente di pressione tra l’entroterra continentale ed il mare, che caratterizza soprattutto la parte settentrionale del bacino Adriatico e delle sue coste. L’aria in moto in prossimità del suolo, di origine continentale, è normalmente più secca e densa dell’aria marittima che viene a sostituire; di conseguenza, quando il vento cala verso il mare, la velocità tende ad aumentare per effetto catabatico. Il flusso d’aria assume direzioni relativamente costanti imposte dall’orografia; il ramo meridionale della corrente aerea scende sul mare lungo le coste della Dalmazia, quello settentrionale fluisce dall’altipiano carsico da ENE ed interessa la città ed il Golfo di Trieste. Dal momento che le velocità di scorrimento sono in genere elevate, la bora è caratterizzata da un regime turbolento, con cellule vorticose aventi dimensioni di 10-100 m a seconda del tipo di terreno: la velocità del vento presenta perciò forti variazioni nel tempo e nello spazio. Nelle stazioni meteorologiche velocità e direzione del vento sono registrate in maniera continua; fissati degli intervalli di tempo convenienti (10 minuti, un’ora, un giorno …) si calcolano i corrispondenti valori medi e massimi (“massima raffica”) della velocità.
E’ consuetudine distinguere la bora di Trieste in “bora chiara” e “bora scura”. Localmente, il gradiente di pressione atmosferica associato a tali tipi di vento è lo stesso; nel primo caso però è causato dalla presenza di un anticiclone continentale e cielo sereno, nel secondo da una depressione sull’Adriatico, con cielo coperto ed eventuali venti meridionali in quota, che spesso tendono ad interferire al suolo con la bora.
[tratto da LA BORA A TRIESTE di Franco Stravisi]